lunedì 25 agosto 2008

Son quasi sicuro ci sia un blog a riguardo

Il più grave fraintendimento che mi abbia coinvolto riguardante il testo di una canzone vede protagonista il mitologico (per unicità e datazione) tuffo nel reggae degli Elio e le Storie Tese: Abbecedario.
Lo struggente testo della canzone parla di un frustrato rappresentante che è costretto a vendere un prodotto che odia, per di più spostandosi senza macchina. Commovente. Che dico, straziante.

Il rappresentante, nel testo originale, vende laminati. Io per anni sono rimasto convinto che vendesse la Minardi.

In teoria questo pezzo della canzone avrebbe dovuto chiarirmi le idee:

È dura andare di città in città
a vendere la Minardi, senza la macchina.

Ma io pensavo fosse espressione del geniale humor della band dell'hinterland. O forse, cognitivamente, era più pregnante il pezzo successivo:

E poi le Minardi che io rappresento,
mi fanno caga-reeee

Che come concetto fila che è un piacere.

Booya

2 commenti:

alesstar ha detto...

non c'entra niente: sto vedendo "brian di nazareth".
se sopravvivo alle risate ripasso di qui :D

Beat Cippe ha detto...

grrrande brian di nazareth!!