giovedì 29 maggio 2008

Eutanasia

Alcuni tabù della mia esistenza si stanno rumorosamente fracassando in questi giorni.
Sabato lavoro.

Domenica vado allo stadio.
A vedere una partita di calcio.
Del Chievo Verona.

Se settimana prossima annuncio che ho smesso di fumare qualcuno può gentilmente assumere un sicario armeno? Grazie

Booya

lunedì 26 maggio 2008

Che si dice in giro?
Ben ritrovati a tutti.
La disintossicazione prosegue:
4 giorni interi senza la internet!
E senza radio, senza televisione.
Evviva la montagna.
Pure il giornale era quello del giorno prima.
Stica.

Booya

martedì 20 maggio 2008

È tutta colpa sua

Angelo EMO:

(Venezia, 3 gennaio 1731 – Malta, 3 marzo 1792) è stato un ammiraglio italiano. Fu l'ultimo grande e geniale Capitano da mar della Serenissima Repubblica di Venezia. Sin da giovanissimo arruolatosi nella marina veneziana, all'epoca decadente ed obsoleta, fece presto carriera grazie alle sue capacità ed alle idee innovative.
Preso dalla carriera non si sposò mai.
(...)
Angelo Emo morì improvvisamente sull'isola di Malta, il 3 marzo 1792, e venne sepolto con grandi onori dai suoi marinai, che lo avevano sempre stimato ed apprezzato.

Maledetto veneziano ricchione, tu e tutta la tua stirpe di regazzini con il ciuffo davanti agli occhi pittati.

Booya

domenica 18 maggio 2008

Conosciamo il Beat, parte seconda.

Dimmi cos'hai sulla scrivania e ti dirò chi sei, soleva dire il cugino sfigato di Jean Anthelme Brillat-Savarin.

Orbene, da sinistra verso destra ecco cosa troviamo sul mio piano di lavoro:

Un dizionario di latino con sopra un tubo di Pringles alla cipolla.
Storia del Cinema giapponese di Maria Roberta Novielli con sopra un modem.
Niente di vero tranne gli occhi di Giorgio Faletti, in una busta di plastica con sopra un pacchetto di tabacco, con sopra il porta cartine e filtrini.
Un nastrino argentato sopra un demo di Rec.
Il processore del computer con sopra un tazza con dentro una tazzina, un calendario fermo ad aprile 2007, il catalogo del primo FilmFestival del Garda, una cartina di Berlino.
Schermo del computer. Con sopra niente.
Numero tre casse del computer. Sopra quella centrale riposano una monografia di Johnnie To, una di Del Toro e una di Kitano, più il dvd francese di Porco Rosso, il mio Curriculum e una moleskina.
Altra tazza.
Bottiglietta d'acqua Norda da mezzo litro vuota.
Portapass della Berlinale.
Numero due cavetti usb, di cui uno bianco e uno grigio.
Lettore mp3.
Cuffiette rubate a un membro a caso della famiglia.
Penna Jetstream 1.0 della uniball.
Porta foglietti su cui scarabocchiare mentre si è al telefono della Videoservice (Via Vitruvio 11 - 37138 Verona. Tel 566299).
Dichiarazione d'intenti del Cineforum Feliciano.
Televisione non funzionante con sopra pacco da dieci di fazzoletti Kleenex ultrasoft.
Pacchetto di fazzoletti anallergici monouso Fria.
Numero due stuzzicadenti usati.
Numero tre accendini.
Bacchette cinesi impacchettate.
Macchinetta per il rollaggio delle sigarette con sopra cucchiaino.
Deodorante Diesel Fragrances Zero Plus Masculine.
Doccia doposole prolungatore di abbronzatura Programme Solaire e docciashampoo riequilibrante Badedas vuoti.
Porta monete infarcito di nichelini dell'est Europa.
Portafogli smesso.
Numero quattro taccuini.
Ricarica di benza per lo Zippo, con istruzioni e avvertenze in tedesco, francese e greco.
Boccetta di Australian Bush Flower Essences, Oppression Free, volume 30ml, costo euro 18.50.
Porta cd e porta dvd.
Nell'angolo destrorso nell'ordine: Black Jesus, The Anthology di Federico Buffa, la copertina de I Figli di Dune, il dvd del cortometraggio Save the World di David Casals-Roma, un indelebile rosso che puzza di antracite, Leonardo da Vinci di Charles Nicholl, in inglese, intonso, svariate cartoline provenienti dal press book di Schermi d'Amore, Sulla Strada di Jack Kerouac, brochure della mostra di Lynch alla triennale, poster arrotolato del Festival del Cinema Africano 2008, occhiali da sole graduati (Wayfarer), lenti non graduate dei vecchi occhiali da sole graduati (a goccia), astuccio contenente uno zippo non funzionante, un porta fiammiferi, cartine lunghe, pannetto arancione per occhiali.

Direi che a grandi linee è tutto. Sapreste fare di meglio?

Booya

sabato 17 maggio 2008

Ah banda di debosciati che non siete altro

Ma ci andate sì o sì a dare un'occhiata subitaneamente alla nuova, splendida, lungimirante, brillante, perspicace, abbacinante, roccheggiante, mastodontica, priapea, magnificente, meravigliosa, fantasmagorica, scintillante, pazzesca, desossiribonucleica, potrei andare avanti tutto il pomeriggio ma che ve lo dico a fà debbo anche masturbarmi versione di NONSOLOCINEMA?

E solo perchè vi voglio bene ecco anche un link parecchio discreto.

LINK

Booya

venerdì 16 maggio 2008

Una fica della Martinica

Ho sempre sognato di poter dire "due armadilli allacciati in un tango voluttuoso".

Booya

mercoledì 14 maggio 2008

Non sto scherzando gente

Si sono riuniti Loro.

Diamine, ESSI! COSTORO!!

Cominciano un tour nazionale a fine maggio. La organizziamo sta spedizione? E poi dritti al rave di Cristina D'Avena.

Booya

martedì 13 maggio 2008

Mo' Better Blues

A Denzel Washington spaccano il muso.
Non gli riesce più di suonare la tromba.
E finisce pure insieme a quella brutta e senza tette (per la cronaca, l'attrice è la sorella di Spike Lee. Voglio dire, anche se ti strapagano, come fai a limonare con la sosia di Spike Lee coi capelli lunghi? E poi nel film si chiama Indigo. Ti sposeresti con una che si chiama quasi come un canide dell'Oceania?).


In sostanza l'amicizia è una dinamica parecchio sopravvalutata.



E in conclusione: secondo me Spike Lee è il miglior regista degli ultimi vent'anni a ovest di Kitano. BUM!

Booya

lunedì 12 maggio 2008

Gatto Panceri

Beh, ho sempre sognato di dedicare un post a quello splendido cantautore che risponde al nome di Rino Gaetano. Ma purtroppo, visto il livello a cui è sceso il blogghino, mi debbo accontentare di Gatto Panceri.

Mi si dice che un bloggher di merda prima o poi deve parlare del suo gatto.
Ebbene. È giunta l'ora.

Si dice che ognuno abbia il gatto che si merita.

La mia bestia è, nell'ordine:

-stempiata dalla tenera età di quattro mesi

-epilettica

-intelligente come Gasparri

-orgogliosamente saturnina

-peripateticamente uterina

Sarebbe come minimo da derubricare a futuro pranzo di Pasqua, sta gatta del menga.
Non foss'altro che la bestiola da settimane frustra i tentativi attuati dal casalingo essere mitologico metà madre metà cristiana cattolica di coltivare i grani necessari alla domestica fabbricazione di rosari (??!!).

La micia si giustifica adducendo puerili scuse del tipo "Pensavo fosse erba gatta, lo giuro". In realtà mi piace pensare con altera fierezza di avere allevato in seno un nuovo prototipo di felino marxista ateo oltranzista. Son soddisfazioni.

Se siete interessati al processo di coltivazione dei grani del rosario avete due opzioni: a) accomodarvi gentilmente affanculo. b) contattare quel tesoro di mia mamma.

Booya

venerdì 9 maggio 2008

Uomini di ferro e pestaggi neonazisti

Col mio solito ciondolar sincretico mi appropinquo a parlarvi in questo post delle seguenti cose: Iron Man, the movie, e l'aria da colonia balilla che tira in questi giorni nella spleeendida cittadina scaligera.
Pensando - ma neanche troppo, non abbiate timore - alle dinamiche che hanno portato alla dipartita coatta del povero Tommaso per mano di una cinquina di dementi ho realizzato una cosa terribilmente banale. In Italia non c'è cultura. E dove la stupidità regna sovrana, violenza, conformismo e odio verso il diverso proliferano. E qua a Verona si è decisamente all'avanguardia , baby.
Non mi lascia più di tanto basito, indi, constatare come il commento più intelligente sviluppato dal venticinquenne tristemente, visto lo standard odierno, normodotato seduto alle mie spalle durante la visione di Iron Man (vabbè, non certo Renoir, ma nemmeno i Vanzina's) sia stato, in concomitanza con la prima apparizione dell'armatura definitiva, quella rossa e oro per intenderci, un eloquente: "BELLISSIMO, DIOCAN!!!".

Per la cronaca, il commento di cui sopra è ampiamente condivisibile; ma siccome ho un certo livello da mantenere, non posso assolutamente permettermi di regredire fino alla seconda media per bestemmiare come un grillo agnostico. Quindi mi ricompongo e vi saluto garbatamente.

P.S: Ma l'avete visto come si chiama il regista del film? John Favreau! Giòn Favon! Favone! Pistolone! Buahahahahahahahahahahahahah.

Booya

mercoledì 7 maggio 2008

Ufficiale

Mara Carfagna è Ministra. L'ho sentito prima al telegiornale, ma non ricordo se il ministero affidatole sia quello delle Relazioni col Cappuccio del Clitoride o quello delle Infrastrutture del Mio Perineo Peloso e Ruvido. Comunque sono sicuro si tratti di un ministero senza portafoglio. Ma con un portfolio decisamente nutrito di foto zozze della Ministra.

Ah, anche Calderoli è Ministro di Sto Cazzo. Ora, se quel debosciato del figlio di Gheddafi è un fottuto uomo di parola, lo prego gentilmente di salire dalla Libia e come minimo dichiararci una violenta guerra preventiva. Io sarò dalle parti di Agrigento, con Angelo Infanti al mio fianco, ad attendere con ansia lo stagliarsi all'orizzonte della prora di un cargo battente bandiera libanese (sì, sì, che vengano pur'essi a banchettare sui cascami della tarda terra dei vitelli forzitaliota. As As, Asfidanken!).

Booya

lunedì 5 maggio 2008

Post su commissione

E si sa, lavorando su commissione i grandi artisti, ma anche quelli medi per non parlare di quelli piccoli senza dimenticarsi dei minuscoli, perdono sempre un po' di quello smalto che li caratterizza. Quindi, per quanto ci riguarda, non dovremmo assolutamente preoccuparci.

Ichi the Killer di Miike Takashi.

Per chi non conoscesse Miike facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti scritto in esclusiva per i lettori del blogghino dallo stesso regista.

Breve riassunto delle puntate precedenti scritto in esclusiva per i lettori del blogghino dallo stesso regista:
Salve, sono Miike Takashi. Sono giapponese, e questo evidentemente spiega già molte cose. Porto perennemente degli inguardabili occhiali da sole dalle lenti verdi. O gialle. A seconda dell'umore con cui mi sveglio la mattina: psicopatico verde, bipolare giallo. Esordisco dirigendo beceri film per il notoriamente marcio mercato giapponese dell'home video. Mi ritaglio, quindi, una discreta nicchia di pubblico pazzoide e schifosamente nerd firmando la regia di pellicole spassose, girate con due soldi e che farebbero ribuzzare anche Ronald McDonald. In questo periodo tengo la sana media di sette o otto film all'anno, chè Franco e Ciccio me la fanno sta gran pippa. Negli ultimi tempi, raggiunto un discretamente ampio successo di pubblico, mi dedico a produzioni un po' più alimentari e accattone, che racimolano badilate di dindini - grazie al traino di tutti quei divetti da soma, ragazzotti bellocci che fanno impazzire quelle ninfomani delle adolescenti giapponesi - ma che alla fine non intaccano troppo la mia autorialità malata. In sostanza faccio gli stessi film solo con attori un attimo più bellini da vedere. In conclusione sono l'idolo delle folle. Ah, sto per girare la versione in live action di Yattaman. No, vogliamo parlarne? IDOLO!

Ichi the Killer, Recensione:

I titoli di testa emergono da una pozza di sperma. Fine. IDOLO!

Come dice? Non è abbastanza? Cazzo.

Ecco svariate altre cose gettate alla rinfusa per ripicca:

C'è gente che ci piace essere sculacciata e gente che ci piace sculacciare.
Il pazzo biondo platinato con la faccia tagliata è fra i primi, il pazzo nella tuta di latex con un 1 giallo fosforescente cucito sulla schiena è fra i secondi.

Quello con la tuta di latex si piglia due pompini prima di tranciare la giugulare alle due bocchinare. Stima.
Quello con la tuta di latex gioca a Tekken usando Hwoarang. Rispetto.
Quello biondo platino si taglia la lingua dopo aver mangiato un dolcetto ai frutti di bosco. Si capisce dalla lingua blu. E anche un po' dall'alito.

Susumu Terajima sta per farsi tagliare il pisello dopo essere stato ustionato e appeso per la schiena con dei ganci. Ma si salva, eh.
Tsukamoto Shinya a un certo punto si cava la tuta e, a insaputa anche della madre, si scopre essere un culturista nano stempiato. Con tanto di perizoma. Ilare.

Ichi vuol dire uno. Tipo.

Ni vuol dire due.
San vuol dire tre.
Ma non c'entra molto col film.

Quella che parla in inglese me la sarei gradevolmente chiavata.
Io sarò uno scacciafica. Ma anche il film non scherza.

S'ammazzano bimbi, prostitute, spacciatrici e si manipola malati di mente. Circo!

L'eroina fa male gente, rischi di finire dentro un televisore con molti spunzoni infilati ovunque.
Gli spunzoni torneranno poi in Imprint. Stavolta nelle gengive, sotto le unghie e negli occhi. Birbantello.

Grandangolo. GRANDANGOLO!

Non vorrei mai mi si togliesse un capezzolo a quel modo.
Non vorrei mai mi si togliesse un capezzolo.

È tratto da un manga.
Si calcola che i film giapponesi non tratti da manga nella gloriosa nonchè centenaria storia del cinema nipponico ammontino a una quantità compresa fra -26 e 17,5.

È tutto amici.

Booya

sabato 3 maggio 2008

Non pensavo

Ma a quanto pare il mondo non collassa nè implode rimanendo fuori dalla internet per un paio di giorni. Pazzesco, no?

Booya