sabato 5 maggio 2007

So long, Dallas...

What?
Stanotte mi son fatto le cinque per vedermi nell'ordine: la prima volta che una numero otto del seed batte una numero uno da quando ci sono le sette partite; la squadra del mago mandata fuori a pedate nelle terga perchè si ritrova nel roster due fra i giocatori più insulsi che la mia memoria rammenti.
Quindi, Golden State ha stracciato in gara6 Dallas vincendo la serie. Ti amo barone! Oh cacchio, che gioia orgasmica. Io sono così, quando vince Paolino Paperino godo come un matto. Di Gastone dovrebbero farne patè de foigras in scatolette economiche. Detto questo ho un appello personale: Don Nelson non è un genio, è un po' zozzone. Mi spiego. Questo allenatore è il classico che nella sua vita su cento cose cestistiche ne ha sbagliate ottanta, fatte giuste diciotto e prodotto due genialate (tipo Nowitzki e la small ball) e per questo è un conclamato genio del basket. Ma come, ma perchè, ma dove, ma quando, ho fatto due etti e mezzo lascio? Tipo, è come se domani cominciassi a ostentare il fatto che sono la reincarnazione di Aristotele, sono un grande, in tutti i sensi, filosofo; e da lì cominciassi a parlare a caso finchè, per la legge dei grandi numeri, non ne azzecco una. Ma dai, è essere geniali questo? Secondo me è essere un po' buzzurri e un po' politici italiani. Fatto sta che Donnie la messa laggiù al povero Cuban, multimiliardario scavezzacollo, che vede i suoi costosissimi Mavs affondare contro la squadra del suo ex odiatissimo coach. Figata, come tutte le cose della NBA sembra Beautiful.
Il Mago Bargnani ha perso pur buttanto lì un 17 e 7 in una quarantina di minuti, contando che chiamano un gioco per lui solamente nel momento in cui Bosh, T.J. Ford, Parker, Calderon, Peterson, Dixon, Humphries, Derrick Martin, coach Mitchell, il medico, il massaggiatore e il magazziniere sono impossibilitati a tirare. Ma insomma, stamattina ho deciso di fare il solito italiano polemico e dietrologista. Il fatto è che mentre il Mago salvava la baracca in balia della tempesta nel terzo quarto, pigliando tiri rompendo gli schemi, che altro non poteva fare, Bosh (un cristone alto 2e15, collo modiglianesco incluso, che corre come un gazzella e salta il classico metrozzo da fermo) tirava ogni maledetto pallone che ricevesse a sei metri e mezzo dal canestro, intuendo forse al diciotttesimo piazzato mandato sul ferro consecutivo che forse, ma dico forse, non era serata. Il tutto mentre T.J. Ford in panchina accennava odiosi sorrisi sarcastici perchè a giocare era Calderon. Ma porca zozza T.J., entri in campo per quindici minuti e prendi 147 tiri senza guardare i compagni, e pensi bene di indossare la faccia del: "sono certamente superiore e l'idiota del coach non mi fa giocare, tsk, cacchi suoi". A randellate ti dovrebbero raddrizzare la schiena. Oh, comunque il compatriota ha giocato veramente benino; in attacco ormai è una sentenza. Il fatto è che in difesa mi ha dato l'idea di una bradipo con la cefalea. Vabbè, migliorerà.
Aspetto con ansiogena ansia Phoenix-San Antonio. Non mi deludere nano.
Booya

1 commento:

Ken Adams ha detto...

Io speravo avanzasse Dallas per avere una grande finale a ovest contro San Antonio (più probabilmente) o Phoenix (più preferibilmente).
Su NewJersey-Toronto quoto parola per parola, dalla prima all'ultima. Perché poi Mitchell deve chiamare un timeout a ogni possesso, se l'indicazione è sempre "Date palla a Bosh dai 6 metri"? Mah...
Comunque con Iavaroni o chi per lui questa l'anno prossimo è la squadra di Bargnani!