giovedì 27 settembre 2007

Note da un altro (merdosamente maledetto, o maledettamente merdoso che dir si voglia) concerto di Vasco

A parte che son piovuti cani e gatti. E freddo, cacchio se c'era freddo.

A parte che la mia giornata è iniziata alle 7 e mezza di mattina ed è finita alle 4e45. Antimeridiane.

A parte che dopo "Love Boat" arriverà sugli schermi interplanetari "Bestemmia Bus".

A parte che i friulani non son proprio gente da concerto. Dieci minuti di pioggia e tutti a casa? Ma dai.

A parte il "Faccetta Nera" intonato sul bus al ritorno, come la migliore delle scolaresche balilla, col sottoscritto che rideva istericamente per non piangere.

A parte tutto questo, gente, Vasco è alla frutta. Metà del concerto in playback. I segmenti tra una canzone e l'altra contavano parecchi "Eeeeeh", molti "Eeeeeeeeeeeeeeeeh", qualche "Aaaah", pochi sporadici "Grazie", moltissimi "Eeeh" , un unico sgrammaticato "Eh, a voi il freddo neanche una pippa" e nient'altro.
Ormai mi sembra molto simile a Sonny Rollins (con le dovute distanze: Rollins è un fottuto, dicasi fottuto, genio; Vasco no); Rollins però, nonostante faccia fatica a parlare, ad articolare due pensieri consecutivamente logici e a evitare di sbavare come una lumaca che va alla foglia d'insalata (cit.), sul palco spacca ancora. Vasco è un po' più lucido fuori, ma on stage non capisce davvero più un cazzo. Poarìn.

Booya

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