lunedì 8 ottobre 2007

Fontane di Sangue

Occhei, mi perdonerà il regista, tanto fissato sulla segretezza del progetto, ma almeno il titolo lo spoilero: Fontane di Sangue!
Per la cronaca: pensavo di apparire come breve e inane cammeista, in realtà ho avuto una vera e propria parte. Tant'è. Il film rimane tutt'ora, alla fine delle riprese (manca giusto qualche particolare), solamente nella testolina bacata dal verme del genio del regista Matteo Ierimonte, vero e proprio deus ex machina.

Giusto per introdurre la situazione:
Villa Castei, sul lago di Garda, appena dopo punta S. Vigilio. Un villone di orrida mussoliniana memoria, triste (architettonicamente) di giorno, inquietante di notte, proprio come il mascellone. Lo affollano 25 persone, fra attori, tecnici, truccatrice, costumista, regista, fotografi di scena e larghi factotum. L'atmosfera è bella, la compagnia lenisce naturalmente la scurezza del luogo. Una settimana passa assai in fretta, aiutata dalla miglior vista sul lago di Garda che si possa immaginare. Si fuma come ciminiere, si scherza, si complotta, si mangiano schifezze, ci si ammutina e si ritorna nei ranghi. Professionisti meno professionisti degli amatori. Amatori meno amatori dei professionisti. E chi più ne ha più ne metta. Fellini diceva che il caos imperante sui set dei suoi film era parte integrante e componente essenziale dell'atmosfera che regnava sul prodotto finito. Chissà.

Visto il budget, sopra i dieci pippi di euri, il film è da considerarsi ufficialmente un prodotto indipendente, che ha superato quindi lo scoglio dell'amatoriale. Inoltre sono stati convocati una decina di attori pro (una di questi potete ammirarla, se avete il coraggio, tutti i pomeriggi su Centovetrine) e una mezza dozzina piena di tecnici altrettanto pro. Un tantino scettici all'inizio di fronte alla particolarità del giovin mettinscena, i professionisti in erba si sono dovuti arrendere dopo un po'. Non riesco ancora capire se si sono dovuti arrendere all'evidenza del talento oppure dell'incomunicabilità della pazzia del regista; si scoprirà a film montato.

Il futuro autore della colonna sonora (sì, avevamo anche quello), nonchè co-protagonista del film, si è sperticato in lodi, peraltro condivisibili, sulla natura jazz del progetto. Nada copione, niet sceneggiatura intera; solo un soggetto, con un inizio, una fine e un abbozzo di svolgimento, e poi largo alla fantasia, alla capacità di improvvisare su un canovaccio più o meno noto.
Speriamo in bene.
Quantomeno ci sarà il sottoscritto, che è sempre un belvedere.

Finito il montaggio, per quel che ve ne può fottere, vi farò sapere i risultati. Attendete con ansia, mi raccomando. Già.

Booya

2 commenti:

Ken Adams ha detto...

Aspetta un secondo! Io ho una madre e una sorella che guardano sempre Centovetrine! Se mi dici chi è l'attrice saranno felici di sapere che prende parte a un progetto insieme al regista del mitico "Terrore a Pasquetta"!

Beat Cippe ha detto...

ahaahhahahaahhahahahahahahah!!! Ti adoro..