lunedì 11 giugno 2007

La blogosfera. La blogoche?...

Premessa. Scrivo quest'accozzaglia con sette ore di sonno, dieci film veduti, decisamente troppe sigarette sulla trachea e clamorosamente troppi pasti cinesi negli ultimi due giorni e mezzo. Probabilmente è anche il motivo per cui scrivo questo post. Di nuovo tautologico, pardon. Occhei, mi sto facendo una cultura. Io e la tecnologia notoriamente non andiamo d'accordo, ci manchiamo vicendevolmente di rispetto appena possiamo. L'altro giorno il mio router mi ha dato del figlio di puttana. Alcune frange mensceviche del mio carattere ossessivo-compulsivo mi costringono però a scendere a patti con lo scopo di capire cosa sta succedendo nel mondo. Al fin della fiera una buona parte della società umana si è trasferita sul dabliu dabliu dabliu. Dall'installazione di una traballante linea adsl a oggi sono passati un tre mesi abbondanti, e ancora non ci capisco un cazzo. Mi sento spaesato. Non capisco il senso dei forum, la chat, a meno che non preveda una chiavata entro una ventina di secondi a 200 metri da casa mia, mi stufa con una velocità da record. Non parlatemi di programmazione, web design, web marketing, linux, browser, red&tobi, cip&ciop che finirei con l'annuire senza capire una sola parola. Ma la cosa più misteriosa resta il mondo dei web log. Davvero esistono blog personali che fanno registrare palate di migliaia di visite al giorno? Già. Boh. Mi ci lambicco il mio acquoso cervello con questo argomento perchè, cacchio, un coso log l'ho aperto pur'io. Per il piacere di sentirmi scribacchino, per non rischiare l'analfabetismo di ritorno, per essere letto dai quattro amici che ho, per non pagare un analista. Cancellate la cazzata dell'analista, non sono un tipo del genere. Bon, lambicca che ti lambicchi un'idea me la faccio. Mi sembra palese, per quanto superficiale possa essere il ragionamento di uno come me che sguazza nel mare magnum dell'ignoranza, che non sono entrato in una blogosfera, ma in una blogomafia. Anzi, meglio, in una blogomassoneria. Ma poi, e parla uno che probabilmente finirà a scrivere i necrologi su un giornale di provincia e che quindi non si guadagnerà la pagnotta esattamente spezzandosi la schiena, possibile che esista gente che campi facendo il blogger? Occhei, ho detto una cosa clamorosamente reazionaria. Va molto bene che qualcuno campi facendo il blogger (mi chiedo se ci vada o meno l'acca in questo anglismo. E poi, se ci va, dove va messa? Boh), ma spiluccando la blogoP2 mi sono accorto, probabilmente mi sbaglio, di come per diventare blogger (acca? mah) di professione si debba essere muniti di un tot di pelo sullo stomaco, in quantità ben maggiori di quelle sopportate dalle spalle di Roberto Duenas (meno persone capiscono questo collegamento extra testuale meglio è. Disgustoso). Ah, beata ingenuità. Paro paro, papale papale, terra terra, terra aria, nord sud ovest est, queste persone, brillanti e decisamente sapienti (senza sarcasmo, davvero), sono una sottospecie di strappone della rete. Mah. Ma poi cosa cazzo ne voglio sapere io, che c'è il Beppe che mi parla di open source, di internet 2.0. A me, che devo ancora capire cosa fava sia l'internet 1.0, se mai è esistito. Comunque grazie della pazienza Beppe, sei ammirevole.
Però in uno di questi blog multi milionari ho visto il video di cinque regazzette che si fanno chiamare New Spice Girls. Video montato dal nipote sifilitico stitico di Godard. Non male. Booya

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